ANTICO EGITTO

Nell’antico Egitto le case erano
realizzate con mattoni crudi fatti di limo, ma vengono
utilizzati anche canne, papiro, legno e per le
abitazioni più umili, il fango impastato. Le case della
classe operaia erano composte da un unico piano, mentre
quelle della classe media potevano avere anche un
secondo piano. Tali abitazioni avevano in genere
tetti piani a terrazza, sui quali si svolgeva la gran
parte della vita degli abitanti. Le stanze sottostanti,
invece, erano utilizzate per dormire. Per i ceti più
elevati invece erano delle ville organizzate secondo
criteri di funzionalità: vi erano luoghi riservati alla
vita intima, luoghi di rappresentanza e luoghi
accessori.
LA CASA
NELL'ANTICA ROMA
Domus – Era un abitazione delle famiglie patrizie romane , che si articolavano intorno a due corpi centrali: l'atrium (cortile aperto) e il peristylium (giardinetto). L'atrium è un locale centrale quadrato o rettangolare che presenta un'ampia apertura sul soffitto (impluvium), alla quale corrisponde sul pavimento una grande vasca (compluvium) che serve a raccogliere l'acqua piovana. Attorno all'atrium sono dislocate le altre stanze, ognuna delle quali ha un'unica funzione: il tablinum era la stanza principale di soggiorno utilizzata come sala di rappresentanza; i cubiculua servivano solo come camere da letto; glialea, la cui funzione è incerta. Attraversando un corridoio (andron), si accede alla seconda parte della domus, il peristylium, un giardinetto circondato da portici e decorato con colonne, piante, statue e fontane. Intorno al peristylium si aprono altri ambienti: il triclinium, cioè la sala da pranzo, altri cubicula, la cucina, il bagno e le latrine Insulae – Case date in affitto alla piccola e media borghesia e al proletariato. Si tratta di grandi palazzi alti dai tre ai sei piani, dislocati lungo un intero isolato. Queste erano suddivise in stanze sempre più piccole, in ognuna delle quali viveva un'intera famiglia. Talvolta la piccola borghesia e il proletariato condividono la stessa insula abitando, tuttavia, in piani diversi.Ben presto però vengono a crearsi insulae per la borghesia, strutture decenti fornite di acqua e servizi, e insulae per il proletariato, dalle condizioni fatiscenti e senza alcun tipo di servizio. Villae –Le villae erano bellissime case di campagna utilizzate come centri di aziende agricole e luogo di riposo e di svago dalle classi più abbienti. In genere sono costituite da un insieme di edifici, con diverse funzioni : abitazione, locali di rappresentanza, fienili, granai, giardini luoghi di svago come terme, biblioteche, teatri, ippodromi e così via. L'abitazione del proprietario, dove alloggiano i padroni e i loro ospiti, di solito è distaccata dal complesso e costituisce un edificio a parte. |
Domus Pompeana
Insulae Romana Villae Romana
|
Il
castello - Composto in
origine da una palizzata in legno
recintata da un fossato e intervallata di
tanto in tanto da torri, il castello è la
diretta prosecuzione dell'ultima tipologia
di villa romana, la villa fortificata,
tipica del periodo dei re
romano-barbarici. In origine l'edificio
centrale è in legno. È solo verso la fine
del X secolo, in conseguenza delle
continue lotte tra i vassalli, che i
castelli cominciano ad essere realizzati
in pietra e ad essere circondati da cinte
murarie intervallate da torri e culminanti
con merli. All'interno della cinta muraria
si aprono ampi spazi suddivisi in cortili
che ospitano i diversi edifici: le
abitazioni delle truppe, dei servitori,
degli artigiani, i magazzini, i depositi e
così via. In uno dei cortili sorge il
mastio che ospita le camere destinate
all'abitazione ai piani superiori, mentre
al pianterreno si trovano il corpo di
guardia, la sala di giustizia con il
tronetto e le cucine. Nei sotterranei sono
presenti i servizi e le prigioni. Verso il
1400 i castelli perdono la loro funzione
prettamente difensiva e diventano
palazzi-castelli, utilizzati dalle
famiglie più abbienti prevalentemente come
abitazione o dimora di caccia.
Le case contadine – Realizzate prevalentemente come case unifamiliari in legno con tetto in paglia, in un primo periodo sono costruite direttamente sul manso, cioè sul lotto di terra da lavorare. Dal X secolo in poi, per esigenze di protezione, queste capanne si spostano nei pressi del castello, all'interno del quale i contadini potevano rifugiarsi in caso di attacco. Case cittadine – La vita in città si svolge in modo certamente diverso rispetto a quella nelle campagne. Le città sono circondate da mura e le attività pubbliche e sociali si svolgono all'interno di diverse strutture urbane ed edifici: cattedrali, piazze del mercato, palazzo di città (nel quale si tengono le riunioni e le assemblee del governo cittadino), palazzi delle corporazioni e palazzo pubblico (utilizzato per le riunioni dei magistrati e per lo svolgimento degli affari pubblici). Le case cittadine sono per lo più unifamiliari. In genere si tratta di case-bottega nelle quali vivono sia il maestro con la sua famiglia, sia gli apprendisti e gli operai. Spesso sono case in affitto. Il forte inurbamento, tuttavia, comportò una sovrapposizione tra le antiche strutture urbanistiche di epoca romana e la necessità di accogliere sempre più persone all'interno delle mura cittadine. Cominciano così a sorgere case-torri in muratura, che si sviluppano anche su quattro o cinque piani. |
Tipica capanna contadina
Casa-bottega medievale |
Il
Rinascimento - In epoca
rinascimentale in quasi tutte le città
europee cominciano a sorgere eleganti
palazzi che richiamavano la concezione
architettonica classica. I signori
rinascimentali si fanno spesso mecenati di
poeti, letterati, pittori, scultori e
architetti che vivono alla loro corte e
contribuiscono alla realizzazione di
sontuosi palazzi cittadini. Il tipico
palazzo rinascimentale di solito è un
blocco unitario realizzato in muratura e
strutturato su tre piani che si affacciano
sia sulla strada che sul cortile interno:
al pianterreno si trovano i locali di
servizio; al primo piano vi sono i locali
di rappresentanza utilizzati in occasione
di feste e ricevimenti; il secondo piano è
abitato dai componenti della famiglia,
mentre il sottotetto è utilizzato come
alloggio per la servitù. Le sale interne
sono decorate con affreschi, stucchi,
quadri, arazzi e sontuose scalinate, e
sono arredate con mobili pregiati.
Contemporaneamente si sviluppa il ceto
borghese e con esso viene in parte
modificata la struttura dell'abitazione. I
locali si differenziano in base alla
destinazione d'uso: ai piani superiori si
trovano le stanze dei componenti della
famiglia, mentre al primo piano (o al
piano ammezzato) i locali sono utilizzati
per il lavoro e gli uffici. Il
pianterreno, che in origine era utilizzato
come laboratorio artigiano, diventa
bottega e generalmente viene dato in
affitto.
Seicento e Settecento – Così come avviene in tutti gli altri ambiti, anche sul piano abitativo tra Seicento e Settecento si assiste ad una netta separazione tra gli strati sociali. Se da un lato gli edifici della nobiltà e i palazzi dei sovrani si fanno sempre più sfarzosi, diventando talvolta delle vere e proprie città (Versailles ne è un esempio), parallelamente cominciano a sorgere interi quartieri destinati all'alta borghesia e alla classe dirigente. Vengono costruiti grandi palazzi unifamiliari che sorgono lungo i corsi e attorno alle piazze residenziali, abbellite con alberi, giardini e monumenti. Per contro, nascono anche i quartieri popolari: si tratta di quartieri abitati per lo più da persone che svolgono lo stesso mestiere e composti da case a più piani realizzate con materiali scadenti. Le condizioni sanitarie dei quartieri popolari sono disastrose: le strade sono vicoli di fango e sporcizia, non esistono spazi verdi e di frequente divampano incendi ed epidemie. |
Rotonda Palladiana Palazzo settecentesco |
DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE AI GIORNI NOSTRI
L'Ottocento -
Le condizioni abitative del ceto popolare
non migliorano nemmeno nell'Ottocento. E'
questo il secolo della Rivoluzione
Industriale, che cambia notevolmente il
volto delle città determinando il rapido
aumento del proletariato cittadino. Le
industrie, prima localizzate in campagna,
si spostano nei pressi delle miniere di
carbone, mentre i traffici avvengono
mediante le ferrovie. È qui che sorgono le
case per gli operai, alloggi realizzati
lungo le linee ferroviarie, vicino alle
miniere oppure intorno alle grandi
fabbriche. Questi quartieri (i cui tipici
esempi sono gli slum inglesi o le banlieu
francesi) sorgono spesso negli spazi
lasciati liberi dalle fabbriche, su
terreni pieni di ceneri e rottami, o lungo
i corsi dei fiumi inquinati dagli scarichi
delle fabbriche. L'aria è irrespirabile,
gli alloggi sono fatiscenti e sempre più
piccoli. La speculazione edilizia si
incrementa sempre di più occupando
qualsiasi posto disponibile. Solo nella
seconda metà dell'Ottocento si hanno i
primi esperimenti di edilizia popolare,
sovvenzionata o dallo Stato o da
imprenditori privati. Per contro, i
quartieri borghesi sono migliori dal punto
di vista igienico-sanitario e le
abitazioni – per quanto spesso arredate
con dubbio gusto – sono spesso dimore
sontuose con giardini sul retro, se
sorgono in città, oppure ville
lussuosissime, se sorgono in periferia.
Il Novecento è il secolo in cui prosegue e si acuisce la crescita esponenziale delle grandi città, dovuta al massiccio spostamento della popolazione dalle campagne ai centri urbani, che raggiungono spesso cifre altissime nel numero di abitanti. Il Novecento è anche il secolo in cui si impone prepotente l'uso del cemento armato, il quale, consentendo una costruzione in tempi rapidi, diventa principale materiale di costruzione degli edifici, contribuendo alla loro standardizzazione, ma anche all'aumento della salubrità degli edifici indipendentemente dalle classi sociali. L'eccessiva crescita della popolazione cittadina comporta la nascita di città-satelliti, cioè città industriali di limitata dimensione (50-70 mila abitanti) dotate di attrezzature e servizi. In seguito alla Seconda Guerra mondiale, in Italia la crescita delle città è stata gestita senza piani urbanistici efficaci. Come ben chiarisce Giuliana Bandinelli nel suo saggio Piccola storia dell'abitazione , «le città si sono estese intorno al centro storico, "a macchia d'olio", ossia senza una direzione programmata e in maniera disordinata, per effetto della speculazione sulle aree fabbricabili. Si moltiplicano così le squallide periferie povere di servizi sociali, di scuole, di verde, mentre il centro viene sistematicamente distrutto». |
Ghetti popolari ottocenteschi
La rivoluzione industriale
Le Corbusier- Unitè d'habitation- Marsiglia- |